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creato da G. Visetti * diretto da F. Fontanella

 


Bacillus rossius (insetto stecco)


Bacillus rossius (insetto stecco)


Bacillus rossius (insetto stecco)


Bacillus rossius (insetto stecco)


Bacillus rossius (insetto stecco)

Scheda naturalistica


Famiglia: Bacillidae

 Bacillus rossius Rossi

Nome comune: insetto stecco

Nome locale: scippa pili (strappa peli), spruoccolo (rametto, bastoncino).

Descrizione: insetti insoliti, dall'aspetto inconfondibile che nell'insieme ricorda un ramoscello. Privi di ali (atteri). Corpo e arti esili ed allungati. Capo provvisto di antenne sottili, composte da più articoli. Colore variabile dal verde al brunastro.

Specie simili: Clonopsis gallica Charpentier, 1825. Si distingue facilmente per le antenne più brevi.

Habitat: vivono sugli arbusti della macchia mediterranea, nutrendosi di foglie (fitofagi).

Ecologia e biologia: gli insetti stecco appartengono all'ordine dei Fasmidi (Phasmatodea) parola che deriva dal greco phasma fantasma, riferita all’apparente capacità di sparire che hanno questi animali. Si tratta, in realtà, di uno straordinario adattamento mimetico. Somigliano sorprendentemente, nella forma e nel colore, a ramoscelli e per questo è facile perderli di vista nel loro ambiente naturale. Anche i movimenti sono lenti e cauti e si confondono con lo spostamento dei rami veri scossi da un leggero vento. Quando l’insetto riposa o avverte un pericolo, invece, si immobilizza riuscendo così a mimetizzarsi perfettamente con i ramoscelli degli arbusti frequentati. Spesso anche quando sono catturati restano immobili e rigidi come se fossero inanimati pezzetti di legno (tanatosi), adattamento questo, indipendente dalla volontà dell’insetto, che risponde ad un riflesso nervoso con funzione difensiva. Lo stesso tipo di riflesso spinge questi insetti, in situazioni di estremo pericolo, ad amputarsi istintivamente uno o più arti (autotomia) che con le successive mute, come giovani germogli di un ramo, ricrescono. I nuovi arti si distinguono dai vecchi per la lunghezza minore.
La riproduzione dei Fasmidi è di tipo sessuale ossia ci sono femmine che producono uova fecondate dai maschi. Frequente è anche la partenogenesi, una strategia riproduttiva che non prevede il contributo maschile, le femmine producono uova che pur non essendo state fecondate schiudono lo stesso, assicurando la continuità alla specie. Le uova, somigliano incredibilmente a piccoli semi di piante (altro caso di adattamento mimetico), al momento della deposizione vengono lasciate cadere al suolo dove "maturano" lentamente prima di dare origine ad una larva, molto simile agli adulti, che cresce per mute successive fino a raggiungere la maturità.

Note: le capacità mimetiche degli insetti stecco sono così sorprendenti che in passato l’illustre Athanasius Kircher (1602 – 1680), erudito universale del XVII secolo, riteneva che questi esseri fossero in parte animali ed in parte piante e che avessero origine da rametti di viburno putrefatti. Fu poi Francesco Redi (1626 – 1697) insigne naturalista italiano, giustiziere della teoria della generazione spontanea, a dare la prima ed accurata descrizione dell’insetto, dopo averne studiato anche i visceri.

Si tratta di animali comuni nei Monti Lattari e nella Penisola Sorrentina, poco osservati perché non è semplice distinguerli nel loro habitat.

Curioso annotare, comunque, che nonostante la difficoltà a vederli i fasmidi sono insetti ben conosciuti. Uno dei nomi locali che li designa è, infatti, scippa pili ossia strappa peli, perché non di rado i fasmidi sono stati trovati avvinghiati ai peli (capelli) delle fluenti chiome dopo una passeggiata tra gli arbusti della macchia .

Testi consultati:

1) BACCETTI B. et al. 1994; 2) CHINERY M., 1998; 3) FONTANELLA F. 2010; 4) MITCHELL G. L., et al. 1991; 5) WICKLER W., 1991; 6) WIGGLESWORTH V. B., 1973.

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Bacillus rossius (insetto stecco)

Bacillus rossius (insetto stecco)


Immagini e testo a cura di Ferdinando Fontanella


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