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creato da G. Visetti * diretto da F. Fontanella

 


Castanea sativa (castagno)


Castanea sativa (castagno)


Castanea sativa (castagno)


Castanea sativa (castagno)


Castanea sativa (castagno)


 Castanea sativa (castagno)


Castanea sativa (castagno)


Castanea sativa (castagno)


Castanea sativa (castagno)

Scheda naturalistica


Famiglia: Fagaceae

 Castanea sativa Miller

Nome comune: castagno

Common name: chestnut tree

Descrizione: albero caducifoglie dall'aspetto imponente, alto fino a 30 m. Corteccia degli esemplari giovani liscia di colore grigio olivastro, con l'età profondamente fessurata e molto coriacea, di colore grigio-bruna. Foglie oblunghe-lanceolate, con margine seghettato, di colore verde scuro e lucente sopra, più chiaro nella pagina inferiore. Fiori maschili in amenti giallastri lunghi 5-15 cm, i femminili di colore verdastro, solitari o alla base degli amenti maschili. Frutto con involucro spinoso (riccio), a maturità diescente con 4 valve,  contenente 1-3 castagne, ottime da mangiare (sătīva = che nutre), dapprima verdi poi brune a maturità. 

Habitat: cresce nell’intervallo altimetrico tra 0 e 1200 metri s.l.m. Coltivata in boschi monospecifici (castagneti da frutto e cedui) e nei misti cedui, e anche ampiamente spontaneizzata.

Periodo fioritura: Maggio-Giugno

Periodo frutti: fine Settembre-Ottobre

note: specie comune nei Monti Lattari, in penisola sorrentina e isola di Capri.

FRUTTI

Localmente il castagno è coltivato per la produzione di ottime castagne, in boschi monospecifici. In questo caso l'albero ha il tronco massiccio con corteccia matura e chioma espansa, esemplari isolati per la produzione di frutti si trovano anche ai margini dei coltivi.

Purtoppo la produzione di castagne è, dal 2008, minacciata dall'infestazione del cinipide Dryocosmus kuriphilus (vespa cinese), insetto capace di stimolare la produzione di numerose galle che compromettono seriamente la produttività del castagno (foto).

La tradizione locale vuole che la raccolta delle castagne inizi il 29 settembre, giorno dedicato a San Michele Arcangelo, un antico detto popolare ricorda infatti che "A San Michele 'a castagna sotto a 'o pere".

Nel territorio assai apprezzate sono le caldarroste, qui la tradizionale padella bucata che si usa per prepararle è chiamata vrola, per questo le caldarroste sono dette vrole e il verolaro è il venditore ambulante di esse.

I proprietari dei castagneti a frutto quando la produzione andava scemando, solitamente sul finire del mese di ottobre, dichiaravano "porto franco" (puortfranc in dialetto) e chiunque poteva accedere alla proprietà privata per raccogliere gratuitamente le ultime castagne rimaste.

Da notare che molti frequentavano i castagneti nel periodo del "porto franco" non per raccogliere le castagne quanto per cercare i numerosi e ottimi funghi porcini che qui crescono.

PALI E ALTRI MANUFATTI

Il castagno è piantato anche e soprattutto in estesi cedui per la produzione di robusti pali. In questo caso gli alberi hanno numerosi tronchi snelli e slanciati, con corteccia liscia, che in numero di 4-8 partono da una base comune. I pali di castagno, scortecciati e opportunamente essiccati, sono ampiamente impiegati in agricoltura per: sostenere le piante orticole (pomodori, fagioli, zucche, ecc.), la vite legata ai sostegni con rami del salice e i tradizionali pergolati negli agrumeti; nei limoneti in listarelle di legno di castagno sono costruite anche le barriere frangivento poste a protezione dei limoni. I pali di castagno trovano largo impiego anche nella costruzione di numerosi manufatti quali: palizzate, passamono, barriere per l'ingegneria naturalistica, casupole per il deposito attrezzi, gazebo, mobilio grezzo, ecc.

In passato il legno del castagno era usato anche in edilizia per costruire le scandole, tegole per tetti in legno, sorrette da telai in sempre in pali di castagno e, infine, con i tronchi più grossi fare le travature dei soffitti.

Collaterale all'industria dei pali era l'utilizzo della corteccia, ricca di tannini, nell'industria conciaria.

Col castagno è inoltre possibile produrre svariati manufatti in legno quali ad esempio: panieri, ceste, scale, scaletti, ganci, trapiantatori (localmente detti pastinaturi), pertiche, ecc.

Le foglie del castagno raccolte in autunno, opportunamente stipate in sacchi e in luoghi asciutti, erano usate, come succedaneo della paglia, per fare comodi giacigli alle scrofe gestanti.

MIELE

Agli estesi castagneti va associata anche la produzione di ottimo miele. La fioritura del castagno, che avviene in maggio, segna per gli apicoltori il momento in cui è opportuno smielare i favi, il prezioso nettare prodotto fin qui dalle api darà la dolce, profumata e ambrata qualità millefiori, mentre la succesiva smielatura di agosto darà il più amaro e scuro, ma altrettanto aromatico, miele di castagno.

GIOCHI

Curiosamente i ragazzi di un tempo, gli anziani di oggi, erano capaci di ricavare dal castagno alcuni divertenti giochi: sfruttando i rami è facile realizzare, ad esempio, fionde e flauti, in castagno erano i legni usati per l' antico gioco della lippa, localmente chiamato 'a mazza e 'o pìvezo, con le foglie, invece, opportunamente "cucite" è possibile confezionare cappelli e altri fantasiosi copricapo, vestiti e contenitori per raccogliere i frutti di bosco.

ORNAMENTO 

Da segnalare che alle pendici del Monte Faito, nel parco della Reggia borbonica di Quisisana, il castagno assume carattere ornamentale.

Consulta anche:

Potrebbe interessarti:

Testi consultati:

1) BELLUCCI V., et al., 2018; 2) CAPUTO G., et al., 1994; 3) FIORI A., 1923-1925a; 4) FONTANELLA F., 2012; 5) PIGNATTI S., 1982; 6) RICCIARDI M., 1996; 7) TICLI B., 2007; 8) ZANGHERI P., 1976.

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Castanea sativa (castagno)

Castanea sativa (castagno)


Castanea sativa (castagno)


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Castanea sativa (castagno)


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Immagini e testo a cura di Ferdinando Fontanella


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