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creato da G. Visetti * diretto da F. Fontanella


Basta aprire gli occhi

(di Ferdinando Fontanella)


Pettirosso ucciso dai bracconieriSpesso chi uccide con la pretesa di cacciare è una persona che non ha una cultura ambientalistica ed esprime in modo sbagliato un’attrazione per gli animali.

Tutti i cacciatori, compresi i bracconieri, sono ottimi osservatori e conoscitori della natura e delle proprie vittime, basterebbe indirizzare queste capacità a fin di bene e tutto sarebbe meno triste. 

In passato ho avuto modo di sondare le ragioni di chi pratica la caccia, lecita ed illecita. Da questa indagine è emerso che molti sono attratti dall’arte venatoria perché adorano passare momenti di svago immersi nella natura, altri perché trovano eccitante il brivido provato quando scorgono la preda, altri ancora hanno sottolineato che la caccia è un momento importante di aggregazione sociale. Quasi nessuno ha ritenuto l’uccisione della preda un fattore essenziale. In conclusione possiamo dire che la caccia praticata dall’uomo moderno è solo un rito sociale, uno svago, che ha poco da spartire con la predazione a scopo alimentare di un tempo.

L’uomo, in buona sostanza, potrebbe tranquillamente appagare il desiderio della caccia, senza provocare uccisioni. Basterebbe rimodulare il senso di questa attività, basterebbe trovare un’alternativa valida al “colpo di fucile”. La scelta potrebbe essere l’osservazione, i cacciatori dovrebbero tramutarsi in cacciatori d’immagini.

Italo Calvino presentando il libro Storie naturali di Jules Renard, rifacendosi al primo racconto del testo, delinea magistralmente questa figura:

Il cacciatore d’immagini è il tipo di cacciatore meno distruttivo che ci sia. Lascia a casa le armi e si accontenta di aprire gli occhi. Gli occhi gli servono da reti, dove le immagini si imprigionano da sé. Ma gli occhi da soli non bastano: ci vuole l’immaginazione, o meglio la rapida associazione mentale tra qualcosa che l’occhio osserva e un’idea, un ricordo di qualche altra cosa completamente diversa ma che rivela una inattesa somiglianza con la cosa osservata. Tutto questo in un batter d’occhio: anche perché ciò che il cacciatore di immagini osserva di preferenza non sono cose inanimate ma animali vivi – cigni o farfalle, lucertole o lepri – e la sua immaginazione è tutta movimento.”

Parole che meritano di essere divulgate, perché più cacciatori d’immagini ci saranno in giro e sempre meno animali ammazzati, per futili motivi, troveremo sul nostro cammino.

Twitter: @nandofnt


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